Libri letti nel 2021

E questi sono i libri letti nel 2021… Considerando che nel mezzo c’è stata la vendita della casa, il cercare e comprare la casa nuova e il trasloco, non mi lamento… ma mi sarebbe piaciuto leggere anche di più…
Quello che purtroppo ho fatto poco è stato lo scrivere recensioni: poco tempo e poca voglia. Spero andrà meglio da questo punto di vista in futuro.

1 – Grotte e caverne di Napoli – Eleonora Puntillo
2 – I Briganti napoletani – Luisa Basile e Delia Morea
3 – Harry Potter e l’ordine della fenice – J. K. Rowling
4 – Harry Potter e il principe mezzosangue – J. K. Rowiling
5 – Le donne di Napoli – Yvonne Carbonaro
6 – Harry Potter e i doni della morte – J. K. Rowling
7 – Ragazzi di vita – Pier Paolo Pasolini
8 – Se invano è bella la notte – Ahmad Shamlu
9 – Manifesto del partito comunista – Karl Marx e Friedrich Engels
10 – Il servo Jernej e il suo diritto – Ivan Cankar

11 – Vindiciae contra tyrannos – Stephen Junius Brutus
12 – Mio Tuo Suo Loro – Serena Marchi
13 – Savonarola – Ivan Cloulas
14 – Soffiano sui nodi – Ece Temelkuran
15 – Le catacombe di Napoli – Giovanni Liccardo
16 – Pietro il Grande – Henry Troyat
17 – Il Vesuvio – Rosa Natalia Russo e Aldo Vella
18 – Karol il Grande – Domenico del Rio
19 – Il presepe napoletano – Elena Sica
20 – Nozze di sangue – Federico Garcìa Lorca

21 – Il tempo degli angeli – Iris Murdoch
22 – Harry Potter e la maledizione dell’erede – Tiffany, Thorne, Rowling
23 – Morti senza tomba / Le mani sporche – Jean-Paul Sartre
24 – La notte della svastica – Katharine Burdekin
25 – Odissea – Nikos Kazantzakis
26 – Cyrano de Bergerac – Edmond Rostand
27 – Donna Rosita nubile – Federico Garcìa Lorca
28 – Terrore anale – Paul B. Preciado
29 – Guarda l’Eufrate rosso di sangue – Yasar Kemal
30 – Wise blood – Flannery O’Connor

31 – Corano
32 – L’incredibile storia di Lavinia – Bianca Pitzorno
33 – Areopagitica – John Milton
34 – Lucifero – Joost van den Vondel
35 – Odi barbare – Giosuè Carducci
36 – Teogonia – Esiodo
37 – Furore – John Steinbeck
38 – Le mie prigioni – Silvio Pellico
39 – La gatta, Shozo e le due donne – Jun’ichiro Tanizaki

…fine anno…

Mai come in questo momento mi manca mio padre. Cosa darei per un suo consiglio. Un suo conforto. Per riascoltare la sua voce, coraggiosa e saggia, come quella di Antigone.
Mi restano i ricordi. I valori che mi ha trasmesso. Il sapere lui cosa avrebbe fatto. E cosa avrebbe voluto che io facessi.
Ma ricordare non è la stessa cosa di averlo accanto.
Spero esista ancora, in qualche modo, in qualche parte del creato. Dentro di me – dice la mia voce interiore – dentro me…

Riflessioni sulla bocciatura del DDL ZAN e sul decadimento morale della destra Italiana

Ieri il parlamento ha offerto uno spettacolo indecoroso. Al di là di come la si possa pensare su questioni relative ai diritti civili delle persone appartenenti alla comunità LGBTI+, io credo che sia disdicevole, per dei senatori e dei partiti politici festeggiare, quando un disegno di legge (DDL ZAN) che vuol proteggere delle persone da atti di violenza viene bocciato.

Non è una vittoria. Il fatto che ci siano persone non protette dalla legge, il fatto che lo stato non attivi percorsi per contrastare violenza e pregiudizio, ignoranza, non è un qualcosa di cui delle persone civili dovrebbero gloriarsi.
Per molte persone, la società è pericolosa. Non possono essere se stesse, perché sopravvivono false convinzioni su cosa sia opportuno o non opportuno fare, in base al sesso.

E questo va in contrasto con la giustizia, con la natura, e con l’articolo 3 della nostra costituzione, che sancisce che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Uno stato civile fa leggi per far sì che queste parole non siano lettera morta. Fa leggi per educare. Ed educa per far sì che le persone si comprendano e si rispettino, che convivano esprimendosi, il più possibile, liberamente.
La destra italiana questo non lo capisce.. Molti, al suo interno, fingono di non capirlo, per cavalcare l’illusione di qualche voto in più. Ma dimenticano che il ruolo di un partito politico è anche quello di educare i suoi elettori.

Giorgia Meloni e Matteo Salvini (e Renzi) si mettessero a studiare seriamente le questioni di genere e di orientamento sessuale e – intelligentemente – cambino idea.

Nei paesi civili, la destra lo ha capito. In Inghilterra, in Cile, in America, la destra ha capito che la sessualità, qualunque essa sia, ha uguale dignità e che le persone non vanno discriminate.
Anche molti italiani di destra. Sono i dinosauri dei partiti di destra che non se ne sono ancora resi contro.

Ma il progresso può essere rallentato, ma non fermato.
Godetevi la vostra vittoria di Pirro.

La comunità LGBT vuole e otterrà molto di più… GIUSTAMENTE.

Riflessione Climatica e Ambientale

Quando ho aperto questo blog, avevo intenzione di occuparmi anche di diritti umani e delle persone che vengono discriminate. E anche dell’ambiente, che – temo – sta per travolgerci con la crisi climatica.
Purtroppo, anche se ho scritto una manciata di articoli riguardanti questi temi, mi accorgo di aver dedicato loro davvero poco spazio. Principalmente, è perché ne desidero scrivere bene. E scrivere bene richiede tempo e serenità, che non ho avuto. Spero di dare nuova spinta alla sezione sui diritti umani.

Nel frattempo, la prima cosa di cui mi preme parlare è una recente notizia climatica.

Mi ha molto colpito sapere che per ben 2 giorni sulla costa canadese del Pacifico, dove si trova Vancouver, ci siano state temperature vicine ai 50 gradi centigradi, che hanno portato le persone a dover ripararsi in rifugi appositi e che hanno causato dozzine di morti. In Canada, non in India o in Senegal, dove magari il nostro immaginario più se lo aspetterebbe, no, in Canada! A GIUGNO!

Quando la politica capirà che i cambiamenti climatici sono un’emergenza? Sarà una realtà con la quale dovremo confrontarci e che impatterà sulla qualità della vita, sulla sopravvivenza delle città e di interi paesi; farà drasticamente aumentare i flussi migratori, perché – ovviamente – non puoi vivere dove ci sono 50°C, siccità, e altre catastrofi.

Così, invece di fare piccoli passi, sarebbe il caso di iniziare a farne di giganti. Altrimenti prepariamoci a nuotare, a bruciare, o a essere accoppati da qualche disastro climatico, esclusivamente a causa dell’avidità del nostro sistema economico e delle nostre coscienze.

Anche in Italia si fa troppo pocoe – sarebbe quasi inutile dirlo – indovinate chi è che nega la gravità dei cambiamenti climatici? I soliti due ceffi Salvini/Meloni. Ricordatelo, quando votate… Ricordatelo come motivo primario per non votarli! Tutt’oggi leggo che la Lega vorrebbe ostacolare la direttiva europea che bandisce la plastica monouso. Ma si può? Vi invito a fare una passeggiata a mare, dopo un giorno di tempesta. Purtroppo, chi vive in città di mare lo sa bene, a riva troverete più plastica e rifiuti che sabbia! Un orrore. In quello stesso mare noi peschiamo e dei suoi frutti ci nutriamo, per non parlare proprio della distruzione di un ecosistema (del quale siamo parte). Basta avidità!

Tornando alla notizia con cui ho aperto questa riflessione, temperature vicino ai 50 saranno normali all’equatore, ma in zone relativamente vicino al Polo, mi preoccuperei. Io non so se l’uomo ha la tecnologia per evitare quello che ormai mi sembra inevitabile (l’aumento su vasta scala delle temperature). Ma almeno, quello che possiamo fare è prepararci ad affrontare le conseguenze, cercando di salvare il salvabile… e purtroppo non vedo nessuno – in politica – che ci pensa seriamente. Come specie l’uomo è in grado di adattarsi e trovare soluzioni… ma di prevenire le cose siamo proprio incapaci!

Anna dai Capelli Rossi – Lucy Maud Montgomery – Recensione

Anna dai Capelli Rossi - Lucy Maud Montgomery

Rivedendo, tempo fa, le sigle dei cartoni animati che, fortunatamente, hanno accompagnato l’infanzia della mia generazione, scoprii che uno dei miei favoriti, Anna dai Capelli Rossi, era tratto da un romanzo di una scrittrice canadese, Lucy Maud Montgomery. Così, preso dalla malinconia degli anni che furono, decisi che questo libro io lo avrei letto. Ed eccoci qui!

Non me ne pento! E’ stata una gradita esperienza di lettura, che in parte mi ha permesso di ripercorrere il cartone tanto amato e in parte ha riportato me stesso a quei tempi, abbastanza lontani oggi, della mia infanzia.

Matthew e Marilla e Anna. Tre persone molto diverse, con un grande bisogno di ricevere e dare amore. La piccola dai capelli rossi verrà accettata dai due fratelli e cambierà le loro vite per sempre. Poiché è chiaro che quando ci si dedica all’educazione e al bene di una persona, non si può rimanere gli stessi per molto tempo. Si inizia a cambiare, si deve! Si deve trovare il modo di far recepire a quella creatura l’affetto e l’educazione. Ma prodigandosi in tale compito, rapportandosi ad un mondo così diverso e semplice, com’è quello di un bambino, non si può non riscoprire a propria volta la semplicità, non si può non riscoprire la gioia e l’affetto e la capacità di donarlo.

lucy maud montgomery
Lucy Maud Montgomery (1874 – 1942)

Matthew e Marilla hanno dato molto ad Anna. E da Anna molto hanno ricevuto. Da parte sua, Anna, piccola ragazzina spontanea e con un’immaginazione galoppante, fa del suo meglio per essere la persona che i due anziani fratelli vorrebbero… e alla fine direi che ci riesce, con la massima naturalezza, poiché in fin dei conti loro non volevano altro che Anna fosse lei stessa, ma con senno (e credo nessun genitore/educatore si debba augurare altro dai suoi figli/educandi). Seguire il percorso della protagonista, dai guai infantili, sino alla riconoscenza estrema, per la quale mette da parte le sue ambizioni (almeno momentaneamente) per essere il più vicina possibile ai suoi benefattori nel momento del dolore, è toccante.

Si ha il senso della crescita. Anna cresce. E cresciamo anche noi.

– Giuseppe Circiello –

Citazione da Anna dai Capelli Rossi – 1 – LEGGI

Il Mediterraneo – Fernand Braudel – Recensione

Il Mediterraneo - Fernand BraudelCon questo saggio sul Mediterraneo, Fernand Braudel, uno degli storici più importanti di Francia e, in generale, del XX secolo, riesce a fare qualcosa che, se ci avessi pensato prima, avrei ritenuto, se non impossibile, quanto meno molto difficile: raccontare in modo esaustivo e organico la geografia, la storia, i popoli, le tradizioni, le religioni, l’economia, le migrazioni – e così via – del bacino del Mediterraneo in sole 300 pagine.

E nonostante sia questa un’opera scritta a più mani ( Braudel si è infatti fatto aiutare da altri storici, che hanno scritto alcuni capitoli), il tutto risulta piacevole da leggere, armonioso. Non v’è eccessiva stringatezza o pesantezza in questo libro.

Ne viene fuori un affresco vivo e anche poetico, a volte, nel quale il lettore si immerge, ricavandone bellezza e conoscenza. E d’altra parte come potrebbe essere il contrario, data l’eredità storica e la biodiversità preziosa di questa parte del nostro pianeta?

Non ho davvero altro da aggiungere, se non che, se fossi un alieno che vive in qualche remoto ed esotico pianeta ai confini dell’universo e leggessi questo libro, beh, mi verrebbe sicuramente voglia di vederlo questo Mediterraneo e di approfondirne ancora di più lo studio della storia, della geografia e delle varie culture e persone che lo popola(va)no.

Il mio plauso a Fernand Braudel!

– Giuseppe Circiello –

Il Bambino con il Pigiama a Righe – John Boyne – Recensione

Risultati immagini per il bambino con il pigiama a righe libroCaso letterario di una decina di anni fa, Il Bambino con il Pigiama a Righe, dell’irlandese John Boyne, ha venduto milioni di copie e da esso è stato anche tratto un film.

E’ una storia che parla dell’improbabile, fattualmente impossibile e segreta amicizia tra due bambini di 9 anni, un tedesco ed un ebreo polacco, Bruno e Shmuel, che riesce a nascere e a finire, tragicamente, nel campo di sterminio di Auschwitz, del quale il padre di Bruno è il direttore (incaricato da Adolf Hitler in persona).

Sarò diretto. Il libro non mi piace. E condivido l’opinione del rabbino Benjamin Blech, che l’ha definito una profanazione. Non tanto per via dell’impossibilità del fiorire di una tale amicizia, per come è stata raccontata (Blech si sofferma sul fatto che la maggior parte degli inabili al lavoro venisse subito mandata alle camere a gas, e che – comunque – le recinzioni di Auschwitz, attraverso le quali i protagonisti si parlano e toccano – fossero controllate ed elettrificate), ma lo ritengo una profanazione per via delle scelte stilistiche dello scrittore e del suo ardire a romanzare personaggi (Hitler!) che con tanta leggerezza non dovrebbero essere manipolati. Perché Hitler non è l’orco cattivo delle fiabe, fu reale, purtroppo… fu e sempre minaccia di essere un male molto più radicale e totale. Bisognerebbe avere il pudore di non farlo diventare uno dei personaggi di una didascalica fiaba tragica per un romanzo per ragazzi.

A parte questo cattivo gusto, parlavo di scelte stilistiche. Bene. Mi ha fatto storcere, spezzare, perdere il naso e la calma… mi ha fatto sdegnare il fatto che le parole “Führer” e “Auschwitz” vengano sempre storpiate dal personaggio principale, Bruno… che tra l’altro è anche l’unico che, chissà perché, le pronuncia. Ora, Bruno ha 9 e 10 anni durante la vicenda, che Boyne ci racconta… e la lingua madre del protagonista è il tedesco. Tra l’altro, per la sua età è un bambino istruito e gran lettore di libri e queste – a quanto risulta – sono le uniche parole che pronuncia male. Qui o l’autore non conosce bene i bambini, che sono molto più intelligenti di quanto dimostra di credere, o – più probabile – ci vuole intenerire marcando quanto ingenuo e puro e incantato sia l’animo del protagonista. Ma posso dire che una tale scelta la trovo sì una profanazione?

Le cose vanno chiamate col loro nome. Soprattutto queste cose. Centinaia di migliaia di bambini, se non milioni, hanno dovuto imparare e pronunciare per forza i nomi di Auschwitz e del Führer. Da cosa vuole proteggere i giovani lettori John Boyne? Perché sceglie di censurare sempre queste parole – e in modo poco credibile? Perché un bambino non può dire (o leggere) queste parole? Questa è forse la cosa che più mi ha fatto saltare i nervi… perché non credo che l’autore l’abbia fatto per via di una qualche forma di rispetto, bensì solo per creare un’impressione in chi legge. Proprio no, non vedo rispetto per chi, seppur più piccolo ha DOVUTO imparare quei nomi e non vedo rispetto nemmeno per l’infanzia, perché – diciamocelo – sia i bambini dell’età di Bruno sia quelli un po’ più piccoli, sono perfettamente in grado di imparare delle parole – se normodotati, come il protagonista è. I bambini intorno a quell’età, inoltre, non sarebbero nemmeno così ignari dell’ambiente che li circonda e sicuramente, dato che la propaganda iniziava dalle classi elementari, non erano ignari di chi fosse un ebreo. Bruno invece vive per un anno di lato al campo di sterminio di Auschwitz e non ha la più pallida idea di cosa stia accadendo, né – per un anno – chiede nulla a nessuno… quando in realtà ci viene presentato come un bimbo sveglio e curioso.

Stiamo parlando di un romanzo in cui, letteralmente, c’è una casa a 10 passi da Auschwitz, dove la gente non sente nemmeno la puzza dei forni crematori… che mai vengono nominati.

Caro Boyne, nel tuo romanzo per ragazzi (per istruirli, per far nascere in loro dubbi, domande???) non hai omesso un po’ troppe cose?

Voler scrivere una specie di favola tragica non giustifica tutto questo, ai miei occhi. E, forse, il tentato (quasi riuscito) genocidio di una popolazione e l’orrore di una morte violenta e ingiustificata non dovrebbero essere spiegati con l’impianto di un libro per i più piccoli in cui tutto è scientificamente predisposto per suscitare quella o questa emozione, ma con poco rispetto per chi – in quei luoghi – ci è passato, morto ed è stato disintegrato. Non credo si meritassero – le vittime – di essere vittime anche di un romanzo semplicisticamente pop.

Ho un’idea. Ai ragazzini insegniamo la storia! Non ne saranno mai traumatizzati tanto, quanto chi a 6, 10, 20, 60 anni si è trovato in una camera a gas, insieme a centinaia di persone, sotto gli effetti dello Zyklon B.

– Giuseppe Circiello –

 

Another Chance – Roger Sanchez – Musica

Ecco un video e una canzone che mi sono sempre piaciuti. Il video in particolare. Forse un po’ mi ci rispecchio in questa Another Chance di Roger Sanchez. Mi sembra di dare tanto (affettivamente), a volte, ma di ritrovarmi sempre con un pugno di mosche in mano… mah… dicono sia la vita, che va così… Voglio anche crederci. Però a lungo andare mi ritrovo solo più disincantato, più acido e più rompiballe, forse… come cantava Anastasia I’M OUTTA LOVE… Ecco, posto una canzone e finisco col citarne un’altra… E’ la vita, no?

Boötes Void – Giuseppe Circiello – Poem

It wasn’t something new for them, but it was their bane –
it was a sorrow, which was doomed to remain unnamed.
Sherazade wanted to add another story to the row –
but all she could get was Boötes Void!
And God Himself wanted to add complexity to it all –
but He failed, He fell down, and – again –
all He could get was Boötes Void!

I loved their duplicity,
which kept me far from raw simplicity.

You might sense a frail hostility –
truth be told, I dread simplicity.
It is something I never had.
I’m afraid it’s something
I won’t comprehend.

Still – it mesmerizes me,
but I can’t even mime it.

Help me, friend, brother and father –
help me, lover, intruder or mother!

It’s Boötes Void!
It’s Boötes Void!
It’s Boötes Void!

When I had my arms wide open,
to intercept the loving omen,
I got nothing, I felt naught
and in Absence I was trapped!

Sherazade didn’t tell me anything about it,
neither did God!
I let the Emptiness sing with confidence:
You don’t like loving!
You crave for it –
though you won’t get a bit of it!

It’s Boötes Void!
It’s Boötes Void!
It’s Boötes Void!

It can swallow your inner peace –
it can deprive you of your ease.

So I ran. I ran in the wake of martyrdom,
setting my own flowers ablaze –
but it still didn’t help me.
There was just no way out of the maze I was.
There was nothing:
just Boötes Void.

Helpless – I never faced it before.
And yet – it was meant to last forever:
Boötes Void! Boötes Void!

And yet – I felt compelled to leave,
for I felt compelled to live.

– Giuseppe Circiello –

Le canzoni che più ho ascoltato nel 2018

Come ogni anno, ecco anche quest’anno le mie liste di canzoni e libri che mi hanno tenuto compagnia. Iniziamo con la musica. Queste sono le 15 canzoni che più mi hanno tenuto compagnia quest’anno. L’ordine è casuale, non di preferenza.

1 – Nina cried Power – Hozier 
2 – Angel Down – Lady Gaga 
3 – Delirium – Lacuna Coil 
4 – Dusk till dawn – Zayn & Sia 
5 – Ci sono molti modi – Afterhours 
6 – Feelin’ it too – The 3 Jays
7 – Ohne dich – Rammstein 
8 – My enemy – Chvrches 
9 – Nell’acqua – Rezophonic & Caparezza & Cristina Scabbia 
10 – Shallow – Lady Gaga & Bradley Cooper 
11 – Vissi D’Arte – Puccini/Callas 
12 – Der Hoelle Rache – Mozart/Deutekom 
13 – Intimate Colours – Nathalie 
14 – Today Dear – Warpaint 
15 – Unfair – L’Aura