Il Cielo – Wisława Szymborska – Poesia

Finestra senza parapetto,
senza intelaiature,
senza vetri.
Un’apertura e nulla oltre

solo amplitudine.
Non devo attendere una notte serena,
nè alzare la testa,
per osservare il cielo.
Il cielo l’ho dietro le spalle,
sottobraccio e sulle palpebre.
Il cielo mi avvolge ermeticamente
e mi solleva da sotto.
Persino le montagne più alte
non sono più vicino al cielo
delle valli più fonde.
In nessun posto c’è più cielo
che in un altro.
Il cielo opprime ugualmente
le nuvole e le tombe.
La talpa è assunta in cielo
come la civetta che agita le ali.
Qualsiasi cosa che cada in un abisso,
cade di cielo in cielo.
Aride, fluide, rocciose,
infiammate e aeree
regioni celesti, briciole di cielo,
folate di cielo e cataste.
Il cielo è onnipresente
anche nelle oscurità sotto pelle.
Divoro il cielo e lo secerno.
Sono una trappola intrappolata,
un abitante abitato,
un abbraccio abbracciato,
una domanda in risposta a una domanda.
Dividendo il Cielo dalla terra
non si pensa in modo appropriato
a questa totalità.
E’ solo un modo per vivere
presso un indirizzo più esatto,
più facile da trovare,
se dovessero cercarmi.
I miei segni particolari
sono l’estasi e la disperazione.


– Wislawa Szymborska –

Le Parole – Zbigniew Herbert – Poesia

Non hanno ancora detto tutto

pazienti come i costruttori delle piramidi
ostinate come i condannati al circolo polare
bruciate sui roghi 
fucilate nelle cantine del Palazzo di Giustizia
tacciono 

non loro ma le loro ombre 
gocciolano dalle labbra dei dittatori 
fluiscono dagli altoparlanti 
frusciano come erba secca nei comunicati 
nei giornali 

sono pazienti 

sono sopravvissute al diluvio 
sono sopravvissute ad Hammurabi 
sopravviveranno ai cervelli al guinzaglio

– Zbigniew Herbert –

Nella bellezza altrui – Adam Zagajewski – Poesia

– Nella bellezza altrui –

Solo nella bellezza altrui
vi è consolazione, nella musica

altrui e in versi stranieri.
Solo negli altri vi è salvezza,
anche se la solitudine avesse sapore
d’oppio. Non sono un inferno gli altri,
a guardarli il mattino, quando
la fronte è pulita, lavata dai sogni.
Per questo a lungo penso quale
parola usare: se lui o tu.
Ogni lui tradisce un tu, ma
in cambio nella poesia di un altro
è in fedele attesa un dialogo pacato.

– Adam Zagajewski –